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La Fermentazione del Vino: Il Viaggio dalla Chimica al Gusto

  • bollicinapersistente
  • 3 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

La fermentazione è il cuore del processo di vinificazione, il passaggio in cui il semplice succo d'uva si trasforma in vino. Questo fenomeno, governato da reazioni biochimiche complesse, è composto da due fasi principali: la fermentazione alcolica e la fermentazione malolattica. La prima è il motore della trasformazione dello zucchero in alcol, mentre la seconda contribuisce a stabilizzare e ammorbidire il vino. Approfondiamo insieme questi due processi fondamentali, analizzando il ruolo dei lieviti, la chimica coinvolta e le condizioni ottimali per ottenere un prodotto di qualità eccellente.

La Fermentazione Alcolica: Il Primo Passaggio Verso il Vino

La fermentazione alcolica è un processo biologico durante il quale i lieviti, principalmente Saccharomyces cerevisiae, trasformano gli zuccheri del mosto in alcol etilico e anidride carbonica. Questo processo si avvia naturalmente dopo la pigiatura dell’uva e può durare da pochi giorni a diverse settimane, a seconda delle condizioni ambientali e della tipologia di vino che si intende produrre.

La reazione chimica è la seguente:

Dove il glucosio (C₆H₁₂O₆), presente naturalmente nell’uva, viene convertito in alcol etilico (C₂H₅OH) e anidride carbonica (CO₂). Tuttavia, oltre a questi prodotti principali, la fermentazione genera una serie di composti secondari, come acidi organici, glicerolo ed esteri, che contribuiscono alla complessità aromatica del vino.

La presenza di lieviti è fondamentale. Oltre al Saccharomyces cerevisiae, altri lieviti presenti sulle bucce dell'uva come Hanseniaspora, Metschnikowia e Pichia possono influenzare le fasi iniziali della fermentazione, apportando profili aromatici distintivi.

L’alcol formatosi è determinato dalla quantità di zucchero presente nel mosto. Si parla di alcol potenziale per indicare la gradazione alcolica massima che si potrebbe ottenere dalla completa fermentazione degli zuccheri, mentre l’alcol svolto è quello effettivamente presente nel vino al termine del processo.

Fattori che Influenzano la Fermentazione Alcolica

La fermentazione alcolica è un processo delicato, influenzato da diversi fattori:

  • Temperatura: il range ottimale varia tra 18-25°C per i vini rossi e tra 12-18°C per i vini bianchi. Temperature troppo alte possono uccidere i lieviti, mentre temperature troppo basse possono rallentare la fermentazione.

  • pH del mosto: un pH tra 3,0 e 3,5 è ideale per un buon sviluppo dei lieviti e per prevenire la proliferazione di batteri indesiderati.

  • Presenza di ossigeno: una limitata esposizione all’ossigeno è utile nelle prime fasi per favorire la moltiplicazione dei lieviti, ma un eccesso può portare a ossidazioni indesiderate.

  • Contenuto di anidride solforosa: la SO₂ viene utilizzata per controllare la crescita di microrganismi indesiderati e per proteggere il vino dall’ossidazione.


La Fermentazione Malolattica: Il Ruolo dei Batteri Lattici

Dopo la fermentazione alcolica, in molti vini, soprattutto nei rossi e in alcuni bianchi strutturati, avviene un secondo processo chiamato fermentazione malolattica (FML). Questa trasformazione è operata dai batteri lattici, principalmente Oenococcus oeni, che convertono l’acido malico in acido lattico, riducendo così l’acidità del vino e conferendogli una maggiore rotondità e stabilità microbiologica. La reazione chimica è la seguente:

Questa fermentazione non è sempre desiderata. Nei vini bianchi giovani e freschi si cerca di evitarla per preservare la vivacità e l’aromaticità. Nei vini rossi, invece, è spesso voluta per ammorbidire la struttura e migliorare la sensazione al palato.


Condizioni Ottimali per la Fermentazione Malolattica

Affinché la fermentazione malolattica avvenga con successo, devono essere rispettati alcuni parametri:

  • Temperatura: tra 18 e 20°C.

  • pH: compreso tra 3,4 e 4.

  • Bassa presenza di anidride solforosa: inferiore a 5 mg/L per non inibire i batteri lattici.

  • Gradazione alcolica inferiore al 15%: livelli troppo alti di alcol possono ostacolare l’attività batterica.


Differenza tra Acido Malico e Acido Lattico

L’acido malico è naturalmente presente nell’uva ed è responsabile della sua acidità pronunciata. Ha un sapore aspro e pungente, paragonabile a quello della mela verde. L’acido lattico, prodotto durante la fermentazione malolattica, ha invece un gusto più morbido e rotondo, simile a quello dello yogurt. Questa conversione modifica profondamente il profilo sensoriale del vino, rendendolo meno aggressivo e più equilibrato.


Rischi della Fermentazione Malolattica

Nonostante i benefici, la fermentazione malolattica può comportare alcuni rischi:

  • Instabilità microbiologica: se non controllata, può portare alla proliferazione di batteri indesiderati, causando difetti nel vino come odori sgradevoli.

  • Problemi di temperatura: temperature troppo basse rallentano il processo, mentre temperature eccessivamente alte possono generare aromi indesiderati.

  • Livello di SO₂: se troppo alto, inibisce l’azione dei batteri lattici.

  • Qualità dell’uva: uve non sanitarie o troppo mature possono compromettere la fermentazione.

Gli enologi adottano rigorose pratiche di controllo per minimizzare questi rischi, monitorando attentamente la fermentazione per garantire un vino di alta qualità.


Conclusione

La fermentazione alcolica e la fermentazione malolattica sono due processi fondamentali nella vinificazione, determinando il profilo sensoriale e la qualità del vino. Comprendere la loro dinamica consente di apprezzare ancora di più ogni calice. La prossima volta che assaggerai un vino, ricorda che dietro quel sorso c’è un mondo di trasformazioni chimiche e biologiche che hanno reso possibile la sua unicità. Salute! 🍷

 

 
 
 

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